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Terapia della prostatite cronica

Come curare una prostatite cronica avvalendosi delle tecniche più avanzate
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Linee guida

Le linee guida da noi praticate nella terapia della Prostatite cronica si riassumono brevemente:
La Prostatite è una malattia sostenuta QUASI SEMPRE da agenti microbici, siano o meno evidenziabili con i comuni esami di laboratorio.

  • La rilevazione nello spermiogramma o nella urinocultura oppure nel secreto prostatico di Chlamydia o Micoplasma è molto difficile con colture o esami a fresco, mentre la ricerca dei loro DNA con tecnica PCR o il dosaggio nel sangue circolante di anticorpi anti Chlamydia, Micoplasma o HPV, è più attendibile.
  • Durante la malattia, la prostata cerca di circoscrivere l’infezione inglobandola in una cintura polisaccaridica, normalmente impenetrabile agli antibiotici somministrati per via generale. All’interno di calcoli e di acini prostatici chiusi dall’infezione, si trovano sempre batteri non raggiungibili dagli antibiotici ma che si comportano come nidi per infezioni ricorrenti.
  • Qualcuno ha ipotizzato la tesi che nel sangue di pazienti con prostatite cronica datante da lungo tempo, spesso si rileva (Alexander 1997) la presenza di cellule T, reattive alle nominali proteine prostatiche, riconducibile anche ad un eventuale processo autoimmunitario.
    Qualora la Prostatite sia tenuta da un reflusso uretra-prostatitico (sclerosi del collo o stenosi uretrale), le cause anatomiche che lo producono debbono necessariamente essere rimosse per ottenere una guarigione completa
  • In presenza, di contrazione cronica dei muscoli del pavimento pelvico, è necessario una terapia decontratturante dei muscoli stessi, associata al trattamento della prostatite.

Conclusioni

Bisogna portare nell’interno della prostata, sotto guida ecografica e specificatamente all’interno delle aree infiammate o all’interno di eventuali fibrocalcificazioni, un cocktail di antibiotici, battericidi, per la più larga parte degli agenti microbici causa delle prostatiti, associato ad un potente antinfiammatorio che agisce sull’edema dei canalicoli e degli acini prostatici ristabilendo il regolare deflusso del loro secreto ed interrompa quell’eventuale meccanismo autoimmunitario precedentemente segnalato. A livello del pavimento pelvico, nel corso della stessa infiltrazione, si deve iniettare una composizione farmacologica di nostra ideazione che interrompe lo spasmo dei muscoli elevatori dell’ ano e della zona perineale.

Tecnica terapeutica

Il trattamento di seguito descritto va eseguito per tre cicli a distanza di 2-3 settimane uno all’altro.

  • Dopo accurata disinfezione del piano cutaneo e iniezione di anestetico locale si introduce per via transperineale sotto guida ecografica, un ago sottile idoneo a raggiungere il pavimento pelvico.
    Tale manovra non provocherà che un modestissimo fastidio, tranquillamente accettato da tutti i pazienti. Per soggetti particolarmente sensibili e/o ansiosi si può procedere con una leggera sedazione
  • Dopo che l’anestetico ha svolto il suo effetto, si oltrepassa il diaframma urogenitale e si arriva con l’ago all’interno delle lesioni prostatiche che vengono infiltrate con il cocktail antibiotico predentemente preparato.
    Al termine dell’infiltrazione, dopo aver tolto l’ago e la sonda ecografica dal retto, si esegue un energico massaggio prostatico, per permettere di arrivare anche meccanicamente, quanto più possibile all’interno della ghiandola.

L’eventuale comparsa di sangue nelle urine o nello sperma non deve preoccupare perchè può essere dovuta alla puntura della ghiandola e regredisce spontaneamente dopo poco tempo.

Naturalmente si prosegue con la terapia precedentemente impostata dallo specialista.

 

ago nella prostata

Cocktail antibiotico

La scelta degli antibiotici da infiltrare è il punto fondamentale della terapia. Il mercato ce ne propone una gamma vastissima, e la scelta ricade su quelli che riteniamo più efficaci per il paziente sottoposto alla terapia.

 

Terapie chirurgiche accessorie

Tali terapie sono necessarie in presenza di situazioni patologiche predisponenti o sostenenti le prostatiti in forma cronica, quali la sclerosi del collo vescicale, le cisti utricolari suppurate, le stenosi uretiali, e le ostruzioni di dotti ejaculatori.
Nelle sclerosi del collo, per via endoscopica rimoviamo il tessuto sovrabbondante (TURP – HOLEP etc.) o nei pazienti più giovani (sempre per via endoscopica), ne eseguiamo una semplice incisione (TUIP) . Oppure con l’ultima terapia con Laser a bassa potenza intra-prostatico con accesso per via trans-perineale.

Nelle cisti utricolari suppurate, evacuiamo la cavità sotto guida ecografica, per via transperineale, iniettando al suo interno antibiotico e cortisone. In caso di recidiva incidiamo ampiamente per via transuretrale lo sbocco dell’utricolo.
Nelle stenosi uretrali, è imperativo il trattamento chirurgico disostruttivo endoscopico.
Nelle ostruzioni dei dotti ejaculatori, ove la terapia infiltrativa non sia stata efficace o in presenza di evidente calcolo incuneato a livello del veni montanum, eseguiamo incisione dello stesso per via transuretrale.

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