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Archive for febbraio 2018

Ixip

Il PSA (antigene prostatico specifico) ha perso di significato: non è più considerato come il marcatore identificatore della presenza di un cancro alla prostata. Il suo posto

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Alimentazione e stili di vita

Una dieta bilanciata, associata ad una regolare attività fisica, senza dubbio può aiutare a mantenere la prostata sana. Ma naturalmente ciò non può impedire che infezioni provenienti dall’esterno, colpiscano la ghiandola anche in maniera grave.

Si è visto che lo sport praticato in modo vivace, può ritardare l’insorgenza dell’ipertrofia prostatica benigna, così come alcune sostanze contenute nei pomodori e nei cavoli, potrebbero proteggere dall’insorgenza del cancro della prostata. Ultimamente si è notato che anche l’aspirina a piccole dosi giornaliere, somministrata per la prevenzione degli accidenti cardiovascolari, potrebbe diminuire il rischio di tumore alla prostata.

Un esempio di cura naturale contro la prostatite potrebbe prevedere a colazione latte scremato o the al ginseng più una porzione di cereali integrali. Frutta fresca come spuntino, pasta integrale, insalata con pomodori, carote, ceci, fagioli e farro a pranzo. Nel break pomeridiano invece potrebbero rientrare un pugno di semi di zucca e perché no, uno yogurt.

Anche gli alimenti ricchi di fibre e di omega tre rientrano nella cura per la prostata, in quanto ideali per tenere a bada il colesterolo, tra i principali precursori degli ormoni.

Sconsigliati invece i cibi che accrescono la quantità di acido urico nell’organismo, un prodotto del metabolismo delle urine. Se il livello di quest’ultimo fosse troppo alto, potrebbero infatti formarsi dei cristalli, che accumulati nella prostata potrebbero facilmente essere fonte d’irritazione o infiammazione. L’assunzione di alcune particolari sostanze, come per esempio i fitosteroli e isoflavoni contenuti nei semi di zucca, potrà risultare benefica. Questi due principi sono considerati in grado di prevenire l’iperplasia prostatica benigna.

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Prostatite e disfunzione erettile

Purtroppo in corso di prostatiti croniche molti pazienti riscontrano alterazioni della funzione sessuale. Le cause di tali alterazioni sono molteplici. In primo luogo i dolori che si possono associare all’erezione, causati dall’infiammazione dei nervi pudendi. In aggiunta, i dolori che compaiono proprio nella fase dell’ejaculazione, spesso annientano il desiderio, ripercuotendosi sul rapporto. In molti pazienti anche la paura di contagiare la partner, produce una riduzione della capacità erettile.

Con il termine disfunzione erettile, definita da molti erroneamente come impotenza, in realtà oggi gli andrologi comprendono un ampio e variegato spettro di disturbi sessuali (deficit dell’erezione, dell’eiaculazione e della fase orgasmica).

Un disturbo all’erezione si ha quando, pur essendo presente un buon desiderio sessuale e la situazione relazionale giusta, non si ha un adeguato arrivo di sangue al pene, quindi non si ha una valida rigidità, una buona e duratura erezione. Spesso diversi elementi causali sono intrecciati tra loro e si alimentano a vicenda. L’ipertrofia prostatica, tra le patologie che riguardano la prostata, può essere uno di questi. Con l’avanzare degli anni, infatti, la parte centrale della prostata tende a ingrossarsi fino a superare anche di 2-3 volte le misure ritenute normali. Con l’età aumenta anche il tasso di estrogeni e, essendo la parte muscolare della prostata dotata di un gran numero di recettori per gli estrogeni, aumenta anche il rischio di ipertrofia.

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